Cosa succede quando la tecnologia prova a raccontare ciò che più ci sfugge: i sogni? Onirica () è un progetto audiovisivo generativo che mette in dialogo narrazione interiore, intelligenza artificiale e linguaggio visivo, trasformando i sogni in scenari sensibili.
Mattia Carretti, artista e co-fondatore dello studio fuse*, ci guida all’interno di un processo che non sostituisce l’autore, ma lo accompagna: l’intelligenza artificiale come strumento di ascolto, non di sostituzione, capace di tradurre emozioni in immagini, ricordi in materia visiva.
Il progetto nasce da un archivio reale di oltre 28.000 sogni, raccolti tra Europa e Stati Uniti con il supporto dell’Università di Bologna e della University of California – Santa Cruz, diventando installazione, performance e riflessione estetica.
In questo future scenario, i sogni diventano un linguaggio comune, un modo per interrogare la nostra relazione con la tecnologia e con noi stessi.
Mattia Carretti è artista visivo, director e co-fondatore di fuse*, studio multidisciplinare con sede a Modena. Il suo lavoro si muove tra audiovisivo, installazioni e ricerca artistica, con l’obiettivo di tradurre dati e complessità in esperienze immersive.
Con fuse*, ha firmato progetti presentati in festival internazionali, sempre a cavallo tra tecnologia e paesaggio emotivo.
Curiosità su Onirica ()
Per costruire l’universo visivo di Onirica (), fuse* ha lavorato su un’estetica che fonde neuroscienza, arti generative e narrazione algoritmica. Le immagini che popolano l’opera non sono semplici visualizzazioni: nascono da un processo di “hallucination rendering”, una tecnica che simula le distorsioni percettive proprie dei sogni.
Il team ha definito un vocabolario visivo unico, capace di tradurre emozioni e frammenti narrativi in texture digitali, evitando ogni forma di realismo illustrativo. L’obiettivo non è rappresentare il sogno, ma evocarne la materia fluida, fatta di cambi di scala, logiche sfumate e poetiche imperfette. Un modo per portare lo spettatore dentro una mente che sogna, senza cercare di spiegarla.
Come nasce Onirica (): un dialogo tra arte generativa, scienza del sonno e tecnologia narrativa.
Dal dato al paesaggio visivo: come 28.748 sogni diventano materia per un’esperienza immersiva.
Costruire una narrazione che segue i ritmi del ciclo REM/NREM: tra neuroscienza e storytelling.
Progettare l’esperienza per ambienti ibridi: suono, spazio e immersione sensoriale.
Dal museo al palco: la prima mondiale a Sonar Istanbul e le future traiettorie performative.
Uno spazio per confrontarsi su emozione, processo creativo e sogno come linguaggio progettuale.