È tutto finito: l’AI ci ruberà il lavoro.
O forse no.
In questo speech ibrido tra narrazione visiva e riflessione critica, Damiano Gui ci accompagna in un viaggio personale e professionale alla scoperta del potenziale creativo dell’intelligenza artificiale. Partendo dalla domanda che tormenta molti designer — ci sostituirà? — ribalta la prospettiva: e se potesse amplificare la nostra capacità di progettare?
Attraverso una narrazione a episodi, raccontata anche a fumetti, Damiano condivide come ha smesso — e poi ricominciato — a disegnare. E come da questa esperienza sia nato l’Agent Anatomy Canvas, un framework per usare l’AI in modo consapevole e strategico nei progetti, valorizzandone la dimensione empatica, inclusiva e profondamente umana.
Un intervento chiaro e accessibile, per chi vuole comprendere davvero dove finisce la tecnologia e dove inizia il design.
Designer con una formazione internazionale si occupa da anni di progetti che coniugano strategia, tecnologia e cultura visiva. Attualmente guida il team di experience design di Havas CX, lavorando su esperienze che uniscono branding, contenuti e interfacce. I suoi progetti sono stati premiati in contesti internazionali per l’approccio empatico e sistemico al design.
Curiosità su Damiano
In un articolo pubblicato su Medium, Damiano Gui riflette su quanto le metafore digitali – come il desktop, la cartella o il cestino – abbiano plasmato il modo in cui progettiamo e interpretiamo le interfacce. In un momento in cui l'intelligenza artificiale e l'ubiquità dei dispositivi mobili ridefiniscono il concetto stesso di interazione, Gui propone un ripensamento critico: possiamo superare le vecchie analogie e creare linguaggi visivi e interattivi più adatti al nostro tempo? Una lettura che mescola cultura del progetto, teoria dei media e provocazioni progettuali.
Contesto attuale: l’AI nel design delle esperienze utente.
Perché ho smesso di disegnare.
Perché ho ricominciato a disegnare.
L’Agent Anatomy Canvas e casi pratici.
Domande aperte e scambio con il pubblico.